Domani si terrà la trattazione del merito presso il TAR del Lazio riguardo alla vicenda dell’Albo dei Punti Vendita Ricariche (PVR), un tema che ha sollevato preoccupazioni e dibattiti tra gli operatori del settore del gioco online e non solo in Italia. La decisione che emergerà dalla discussione di merito avrà un impatto significativo sul futuro dell’Albo, creato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e sulla regolamentazione dei punti vendita che operano nel settore delle ricariche per i conti di gioco online.
La decisione di domani sarà molto importante per gli operatori di gioco che negli ultimi anni, anche a causa del divieto di pubblicità imposto dal Decreto Dignità nel 2018 e ancora in vigore, hanno puntato sui PVR per riuscire a riavere un minimo di visibilità sul mercato. La decisione del Tar, anche se indirettamente, non riguarderà solamente la vicenda dei punti vendita ricariche ma potrebbe consolidare, secondo alcuni operatori, una serie di preoccupazioni che sono emerse tra i concessionari con la pubblicazione del bando per le nuove concessioni del gioco online.
Istituzione dell’Albo dei PVR
L’Albo dei Punti Vendita Ricariche è stato istituito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) con una determinazione pubblicata il 25 ottobre 2024, che imponeva agli operatori di iscriversi entro una scadenza fissata inizialmente per il 6 novembre e successivamente slittata varie volte per le difficoltà tecniche e burocratiche previste dall’iscrizione. La sua creazione ha avuto lo scopo di introdurre una regolamentazione più stringente per i punti vendita fisici che si occupano della ricarica dei conti di gioco online, attività che, seppur ampiamente diffusa, fino a quel momento non era stata completamente disciplinata dal punto di vista normativo.
L’introduzione dell’Albo aveva il fine di rafforzare il controllo sui punti vendita, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza. L’ADM intendeva monitorare il flusso di denaro destinato alle ricariche dei conti di gioco online per prevenire fenomeni come il riciclaggio di denaro o altre forme di illeciti, migliorando la protezione dei consumatori. Gli operatori dei PVR, che ricaricano i conti gioco nei loro esercizi, dovevano iscriversi all’Albo e, a fronte di tale iscrizione, versare una quota annuale di 100 euro, diventando così parte di un sistema di monitoraggio centralizzato.
La risposta degli operatori
Le preoccupazioni su vari punti della normativa hanno portato alla presentazione di numerosi ricorsi da parte degli operatori al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (TAR), che sono stati raccolti e discussi nel corso degli ultimi mesi. La decisione del TAR diventa quindi cruciale per determinare se le misure imposte dall’ADM fossero in linea con la normativa vigente.
Sospensione dell’Albo
In risposta alle richieste di sospensiva, il TAR del Lazio, il 4 dicembre 2024, ha deciso di sospendere temporaneamente gli obblighi di iscrizione all’Albo, congelando di fatto l’efficacia della determinazione dell’ADM. La decisione di merito, che si terrà domani, sarà cruciale per stabilire se l’Albo potrà proseguire nel suo intento di regolamentare il settore o se, al contrario, dovranno essere apportate modifiche sostanziali alla normativa. L’ADM, dal canto suo, ha difeso la legittimità del proprio operato, sostenendo che l’istituzione dell’Albo è stata una misura necessaria per migliorare il controllo sui PVR e prevenire possibili illeciti. Gli operatori, invece, temono che la misura imponga oneri burocratici eccessivi e che possa generare ulteriori difficoltà economiche per i piccoli punti vendita.
I possibili scenari
Ricorso rigettato. Le limitazioni che verrebbero applicate determinerebbero fin da subito, molto probabilmente, un calo esponenziale della raccolta di gioco, causata dalla diminuzione della vendita delle ricariche presso i PVR. Il limite di ricarica in contanti dei 100 euro potrà quindi essere immediatamente applicabile, anche se senza delle misure tecniche volte a garantire il controllo, potrà essere contestato solo in caso di flagranza.
Ricorso accolto. Viene annullata la determina che istituiva l’Albo. E da qui potrebbe nascere una terza soluzione. Il Tar infatti potrebbe non accogliere tutti i punti del ricorso ma solo alcuni di essi. Ci potrebbe essere quindi una sentenza conformativa che potrebbe sfociare in una nuova determinazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questo sarebbe possibile soprattutto se i punti indicati dal Tar non riguardassero aspetti rilevanti della precedente determinazione. Difficile, secondo gli esperti interpellati da Agimeg, che vengano presi in considerazione dal Tar profili di incostituzionalità.
Domani, dunque, il TAR dovrà esaminare i motivi dei ricorsi presentati dagli operatori e prendere una decisione che potrà influenzare non solo gli attori coinvolti, ma anche l’intero settore del gioco in Italia. La regolamentazione dei PVR è infatti considerata un elemento chiave per la crescita e la sicurezza del mercato, ma è altrettanto fondamentale che venga attuata in modo equilibrato, senza creare oneri insostenibili per gli operatori. ac/AGIMEG